Brano: Comunista italiano, Partito
L'arrivo di Togliatti
Alcune settimane dopo (27 marzo) arrivava a Napoli Palmiro Togliatti. Egli convocò immediatamente il Consiglio Nazionale del P.C.I. e fece un’analisi della situazione italiana e internazionale, dimostrando che il compito immediato e più importante era quello di contribuire alla cacciata e alla sconfitta dei nazisti; di conseguenza sostenne la necessità di dar vita a un governo di unità nazionale, poiché soltanto intensificando la lotta e il suo sforzo di guerra il popolo italiano avrebbe potuto conquistare la sua libertà. Togliatti dimostrò così che bisognava uscire da una situazione caratterizzata dall'esistenza, « da una parte, di un governo investito dal potere ma privo di autorità perché privo dell’adesione[...]
[...] Togliatti dimostrò così che bisognava uscire da una situazione caratterizzata dall'esistenza, « da una parte, di un governo investito dal potere ma privo di autorità perché privo dell’adesione dei partiti di massa, dall’altra parte di un movimento di massa autorevole, ma escluso dal potere ». Tale situazione, mentre alimentava confusione e disordine, stancava e deludeva le masse creando « un ambiente favorevole agli intrighi reazionari ».
Il Consiglio Nazionale, persuaso dell’argomentazione di Togliatti, votò una mozione in cui tra l’altro si dice: « Il Partito comunista consapevole della sua responsabilità davanti alla classe operaia e al popolo intiero, ritiene che questa situazione dev’essere rapidamente liquidata e propone di liquidarla: 1o mantenendo intatta e consolidando l’unità del fronte delle forze democratiche e liberali antifasciste; 2o assicurando formalmente il paese che il problema istituzionale verrà risolto liberamente da tutta la nazione, attraverso la convocazione di una Assemblea Nazionale Costituente, eletta a suffragio universa[...]
[...] capace di organizzare un vero e grande sforzo di guerra di tutto il paese...; 4o assicurando a tutti gli italiani, qualunque sia la loro convinzione o fede politica, sociale e religiosa, che la nostra lotta è diretta a liberare il paese dagli invasori tedeschi, dai traditori della patria, dal responsabili della catastrofe nazionale, ma che nel fronte della nazione c’è posto per tutti coloro che vogliono battersi per la libertà d'Italia ».
Al Consiglio Nazionale del partito, riunitosi nei giorni 3031 marzo, parteciparono al completo il Comitato provinciale di Napoli e le delegazioni: della Sicilia, con alla testa Umberto Fiore; della Calabria, diretta da Luigi Gullo; delle Puglie, con Luigi Allegato, Antonio Di Donato, Giuseppe La Torre e Raffaele Pastore; della Lucania, con
Michele Mancino. L’assemblea nominò una nuova direzione del Partito. della quale entrarono a far parte con Paimiro Togliatti, segretario generale, Velio Spano, Eugenio Reale, Umberto Fiore, Fausto Gullo, Antonio Di Donato e Marcello Marroni.
La svolta di Salerno
Dai cons[...]
[...]la testa Umberto Fiore; della Calabria, diretta da Luigi Gullo; delle Puglie, con Luigi Allegato, Antonio Di Donato, Giuseppe La Torre e Raffaele Pastore; della Lucania, con
Michele Mancino. L’assemblea nominò una nuova direzione del Partito. della quale entrarono a far parte con Paimiro Togliatti, segretario generale, Velio Spano, Eugenio Reale, Umberto Fiore, Fausto Gullo, Antonio Di Donato e Marcello Marroni.
La svolta di Salerno
Dai consiglio nazionale del P.C.I. alla « svolta » di Salerno il cammino fu rapido. L’iniziativa di Togliatti scoppiò come una bomba, suscitando negli altri partiti del C.L.N. vivaci discussioni; ma i più non poterono disconoscerne il realismo, ne accettarono l’impostazione e comunque ne subirono l’influenza. Sarebbe d’altra parte difficile contestare l’utilità di quella iniziativa politica e il peso che effettivamente essa ebbe sugli sviluppi della situazione italiana: l’immediata costituzione, a Salerno, di un governo di unione nazionale diede una spinta vigorosa a tutto il processo unitario e al potenziamento del[...]