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Il segmento testuale Consiglio Nazionale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 16Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 639

Brano: Comunista italiano, Partito

L'arrivo di Togliatti

Alcune settimane dopo (27 marzo) arrivava a Napoli Palmiro Togliatti. Egli convocò immediatamente il Consiglio Nazionale del P.C.I. e fece un’analisi della situazione italiana e internazionale, dimostrando che il compito immediato e più importante era quello di contribuire alla cacciata e alla sconfitta dei nazisti; di conseguenza sostenne la necessità di dar vita a un governo di unità nazionale, poiché soltanto intensificando la lotta e il suo sforzo di guerra il popolo italiano avrebbe potuto conquistare la sua libertà. Togliatti dimostrò così che bisognava uscire da una situazione caratterizzata dall'esistenza, « da una parte, di un governo investito dal potere ma privo di autorità perché privo dell’adesione[...]

[...] Togliatti dimostrò così che bisognava uscire da una situazione caratterizzata dall'esistenza, « da una parte, di un governo investito dal potere ma privo di autorità perché privo dell’adesione dei partiti di massa, dall’altra parte di un movimento di massa autorevole, ma escluso dal potere ». Tale situazione, mentre alimentava confusione e disordine, stancava e deludeva le masse creando « un ambiente favorevole agli intrighi reazionari ».

Il Consiglio Nazionale, persuaso dell’argomentazione di Togliatti, votò una mozione in cui tra l’altro si dice: « Il Partito comunista consapevole della sua responsabilità davanti alla classe operaia e al popolo intiero, ritiene che questa situazione dev’essere rapidamente liquidata e propone di liquidarla: 1o mantenendo intatta e consolidando l’unità del fronte delle forze democratiche e liberali antifasciste; 2o assicurando formalmente il paese che il problema istituzionale verrà risolto liberamente da tutta la nazione, attraverso la convocazione di una Assemblea Nazionale Costituente, eletta a suffragio universa[...]

[...] capace di organizzare un vero e grande sforzo di guerra di tutto il paese...; 4o assicurando a tutti gli italiani, qualunque sia la loro convinzione o fede politica, sociale e religiosa, che la nostra lotta è diretta a liberare il paese dagli invasori tedeschi, dai traditori della patria, dal responsabili della catastrofe nazionale, ma che nel fronte della nazione c’è posto per tutti coloro che vogliono battersi per la libertà d'Italia ».

Al Consiglio Nazionale del partito, riunitosi nei giorni 3031 marzo, parteciparono al completo il Comitato provinciale di Napoli e le delegazioni: della Sicilia, con alla testa Umberto Fiore; della Calabria, diretta da Luigi Gullo; delle Puglie, con Luigi Allegato, Antonio Di Donato, Giuseppe La Torre e Raffaele Pastore; della Lucania, con

Michele Mancino. L’assemblea nominò una nuova direzione del Partito. della quale entrarono a far parte con Paimiro Togliatti, segretario generale, Velio Spano, Eugenio Reale, Umberto Fiore, Fausto Gullo, Antonio Di Donato e Marcello Marroni.

La svolta di Salerno

Dai cons[...]

[...]la testa Umberto Fiore; della Calabria, diretta da Luigi Gullo; delle Puglie, con Luigi Allegato, Antonio Di Donato, Giuseppe La Torre e Raffaele Pastore; della Lucania, con

Michele Mancino. L’assemblea nominò una nuova direzione del Partito. della quale entrarono a far parte con Paimiro Togliatti, segretario generale, Velio Spano, Eugenio Reale, Umberto Fiore, Fausto Gullo, Antonio Di Donato e Marcello Marroni.

La svolta di Salerno

Dai consiglio nazionale del P.C.I. alla « svolta » di Salerno il cammino fu rapido. L’iniziativa di Togliatti scoppiò come una bomba, suscitando negli altri partiti del C.L.N. vivaci discussioni; ma i più non poterono disconoscerne il realismo, ne accettarono l’impostazione e comunque ne subirono l’influenza. Sarebbe d’altra parte difficile contestare l’utilità di quella iniziativa politica e il peso che effettivamente essa ebbe sugli sviluppi della situazione italiana: l’immediata costituzione, a Salerno, di un governo di unione nazionale diede una spinta vigorosa a tutto il processo unitario e al potenziamento del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 26

Brano: [...]tini, abbandonando le blandizie, passarono decisamente all’offensiva antisocialista attaccando e devastando la sede de « Il lavoratore », mentre i loro col leghi fiumani compivano analoga azione contro la Camera del lavóro di Fiume.

Si configurava in tal modo un movimento, il cui carattere composito (un’ala estremista, socialisteggiante, bolscevizzante, anarchicheggiante; e un'ala di puro sovversivismo reazionario) non impediva che in seno al Consiglio Nazionale di Fiume, scontrandosi la tendenza al compromesso con il governo romano con quella alla resistenza a oltranza, quest’ultima auspicasse « una rivoluzione compiuta dai militari e dalla borghesia » come « rivoluzione rigeneratrice » dell’Italia. In questa prospettiva si conciliavano le aspirazioni dell'una e dell'altra componente del movimento dannunziano.

« A distanza di circa 3 mesi, il 23 dicembre 1919 — ha scritto il generale Pietro Badoglio, che Nitti aveva inviato come commissario militare straordinario per la Vene^ zia Giulia con poteri politici oltreché militari — le popolazioni e le [...]

[...]ano.

« A distanza di circa 3 mesi, il 23 dicembre 1919 — ha scritto il generale Pietro Badoglio, che Nitti aveva inviato come commissario militare straordinario per la Vene^ zia Giulia con poteri politici oltreché militari — le popolazioni e le truppe della Venezia Giulia consideravano la questione di Fiume con tranquilla indifferenza, convinte che la prolungata resistenza dannunziana non era dovuta a necessità, ma ad ostinatezza. In Fiume il Consiglio Nazionale e la gran massa della popolazione, separati ormai da D’Annunzio, subivano per quieto vivere e per impossibilità di reazione le sue decisioni. I volontari erano divisi in due campi: e se gli esaltati erano riusciti a pre

valere, la massa si era adattata al permanere dello statu quo, più per ritegno di parere mancante alla parola data che per convinzione. L’esodo dei volontari da Fiume si moltiplicava giornalmente: il numero di essi che aveva raggiunto i diecimila, si era, dopo qualche tempo, ridotto a meno della metà ».

Le vicende del plebiscito indetto a Fiume sul modus vivendi proposto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 197

Brano: [...]suo estendersi agli stabilimenti non metallurgici, cresceva anche il rischio di incontrollati sviluppi rivoluzionari che i capi riformisti (da Lodovico D'Aragona a Gino Baldesi, da Filippo Turati a Claudio Treves e a Emanuele Modigliani) intendevano a ogni costo evitare. La Direzione socialista come tale, orientata inizialmente su posizioni di maggior impegno, finì per accettare la linea dei capi sindacali.

Nella riunione del 10.9.1920 con il Consiglio Nazionale della C.G.L., il segretario del P.S.I. Egidio Gennari aveva esplicitamente dichiarato a nome della Direzione del partito: « Noi riteniamo che, constatando questa situazione rivoluzionaria, qualunque potessero essere i nostri schemi, abbiamo l’obbligo di essere pari alla situazione. Noi riteniamo che si debba

impostare la lotta su questi precisi termini. Noi dobbiamo estendere il movimento [...] Noi crediamo necessario estendere la occupazione a tutte le altre fabbriche, perché non si comprende come ciò che era un impegno ieri per le masse metallurgiche, oggi che è stato allargato il movime[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Consiglio Nazionale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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